I thiazolinoni – methylisothiazolinone e methylchloroisothiazolinone – sono 2 molecole che lavorano in coppia e che hanno funzione conservante. Sono usate nei cosmetici in alternativa ai vari parabeni, di cui non godono più di buona fama.
Da varie consultazioni dermatologiche risulta che in Francia sono in forte aumento le reazioni allergiche (dermatite da contatto) dovute alla presenza nei cosmetici di un conservante noto come “methylisothiazolinone” (MIT).
Il methylisothiazolinone usato ad una concentrazione massima dello 0,01% se da una parte svolge un’efficace azione antimicrobica, dall’altra porta ad aumento di dermatiti ed in rari casi a irritazione delle membrane mucose. (Kosmetica, marzo 2013).
La Commissione Europea ritiene sicuro l’uso del MIT solo nei prodotti a risciacquo e ad una concentrazione inferiore allo 0,0015%, mentre nei prodotti non a risciacquo – tra cui anche salviettine umidificate- sarebbe bene sospenderne l’uso.
Questo significa che la sostituzione con alternative sicure ai parabeni è impossibile?
Quando ti trovi in mano un prodotto cosmetico in cui si sottolinea l’assenza di determinati ingredienti, “senza … senza … senza“, il mio invito è sempre quello di leggere bene in etichetta gli ingredienti alternativi.
Se le aziende cosmetiche vedono solo nei conservanti chimici forti l’unica possibilità di mantenere un prodotto cosmetico, non andremo mai tanto lontano perché un conservante è una molecola biologicamente attiva che distrugge i germi… e quindi anche qualche microrganismo della nostra flora microbica cutanea. Utilizzare conservanti troppo aggressivi sulla pelle, a lungo andare porta a indebolire la nostra difesa cutanea con rischio poi di non aver più le difese buone quando necessario.
Ma i conservanti servono davvero?
Assolutamente si! Leggendo come primo ingrediente l’acqua, è normale cercare di preservare il cosmetico, perchè “dove c’è acqua c’è vita e quindi anche microrganismi”.
Il punto è capire cosa ha più senso mettere per mantenere la bellezza della pelle. Va benissimo essere passati dai parabeni ai thiazolinoni, ma la ricerca deve andare avanti perchè alla domanda “c’è qualcosa che può essere fatto meglio?” la risposta sarà sempre un bel “SI!”.
Esistono altre soluzioni attuabili ai thiazolinoni?
E’ fondamentale iniziare a cambiare forma mentis sul metodo di conservazione. Magari prendendo spunto dal settore alimentare, che si avvale anche di metodi fisici, come ad esempio:
- nuove soluzioni di packaging (confezioni air less)
- impiego di materie prime di eccezionale qualità rinunciando pero’ al petrolio e siliconi
- scrivere la data di scadenza e non il PAO (simbolo del vasetto aperto) ovvero significa che dura meno di 30 mesi
- usare gelificanti, zuccheri, sali che legano l’acqua e non la rendono disponibile ai microrganismi
I produttori di cosmetici dicono, giustamente, che piuttosto che un cosmetico non conservato o poco conservato, è meglio uno con i conservanti.
Questo va bene se pensiamo ai cosmetici fai da te, però la ricerca e sviluppo vanno avanti e non si può rimanere fermi. Che senso ha continuare ad usare formulazioni vecchie per le aziende cosmetiche quando le conoscenze vanno avanti? Che valore aggiunto danno al nostro benessere?
Il mio invito è di continuare a cercare i prodotti migliori per la pelle e l’ambiente, di studiare bene i valori aziendali di chi produce i cosmetici, perchè un’aziend che ha principi etici ben consolidati avrà un’attenzione diversa da chi ha solo il valore profitto e di continuare a studiare.
Se sei curiosa di approfondire la lettura degli ingredienti cosmetici, ti invito a leggere il seguente libro “Cosmesi Ecologica“, un manuale tecnico in cui gli ingredienti sono stati analizzati in chiave di prodotti “puliti per la pelle e l’ambiente.