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Network Marketing, Sistema Piramidale e Catena di Sant’Antonio

Quanto ne sai davvero di questi tre termini? E soprattutto: quanto di quello che pensi di sapere è frutto di informazione, e quanto di pregiudizio?

Una premessa personale

Quando ho iniziato a interessarmi al network marketing, circa dieci anni fa, nella mia mente c’era un groviglio di confusione. Venivo da una formazione tecnica, mi occupavo di chimica degli alimenti e dei cosmetici, e di marketing non sapevo praticamente nulla. Ricordo che le prime volte che qualcuno mi parlava di “opportunità”, dentro di me scattava una specie di allarme. Pensavo subito a truffe, a schemi poco chiari, a persone che cercavano di vendermi qualcosa.

È stato solo quando ho deciso di andare oltre la reazione istintiva, di studiare, di confrontarmi con commercialisti e professionisti, che ho iniziato a vedere le cose in modo diverso. Non perché il network marketing fosse diventato improvvisamente perfetto ai miei occhi, ma perché avevo finalmente gli strumenti per distinguere ciò che è legale e tutelato da ciò che non lo è.

Ed è questo che vorrei fare con te oggi: non convincerti di nulla, ma darti gli strumenti per fare chiarezza.

Tre termini, tre realtà completamente diverse

Spesso sentiamo usare “network marketing”, “sistema piramidale” e “catena di Sant’Antonio” come se fossero sinonimi. Non lo sono. E confonderli può portarci a rifiutare opportunità legittime per paura, oppure – al contrario – a cadere in trappole che avremmo potuto evitare.

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Il Network Marketing

Il network marketing è un metodo di distribuzione di prodotti o servizi attraverso una rete di persone. Chi aderisce non è solo un consulente, ma prima di tutto un consumatore soddisfatto che, attraverso il passaparola, propone ciò che usa ad altre persone.

Il punto fondamentale da comprendere è questo: nel network marketing si viene pagati per i prodotti che vengono effettivamente distribuiti e venduti, non per il semplice fatto di reclutare persone. Ogni azienda seria ha un piano compensi proporzionale al volume d’affari reale.

La piramide capovolta

C’è un dato interessante che pochi conoscono: chi lavora con impegno e costanza in questo settore può arrivare a superare in guadagno anche chi è entrato prima. Questo ribalta completamente l’idea della “piramide” dove chi sta sopra guadagna sempre di più: nel network marketing etico, la piramide è di fatto capovolta. Il tuo successo dipende da te, non dalla tua posizione iniziale.

Il quadro normativo italiano: la legge 173/2005

In Italia il network marketing è regolamentato dalla legge 173/2005, che disciplina la vendita diretta e tutela sia i consumatori che gli incaricati. Questa legge stabilisce alcuni punti fondamentali: vieta i sistemi piramidali, impone trasparenza sui piani compensi, garantisce il diritto di recesso e stabilisce che i guadagni devono derivare dalla vendita di prodotti reali — non dal reclutamento.

Conoscere questa legge è importante perché ti dà uno strumento concreto per distinguere le opportunità legittime dalle truffe. Se un’azienda non rispetta questi criteri, non sta operando nel network marketing: sta operando nell’illegalità.

Gli enti garanti: Avedisco e Univendita

Le aziende più serie aderiscono volontariamente ad associazioni di categoria come Avedisco (Associazione Vendite Dirette Servizio Consumatori) o Univendita (link). Questi enti fungono da garanti per l’eticità dell’attività: le aziende associate si impegnano a rispettare codici di condotta che vanno oltre gli obblighi di legge, offrendo maggiori tutele a consumatori e incaricati.

Quando valuti un’opportunità, verificare se l’azienda è associata a uno di questi enti è un primo filtro di affidabilità.

sistema piramidale

Il Sistema Piramidale (o Schema Ponzi)

Qui entriamo nel territorio dell’illegalità. Il sistema piramidale non veicola alcun prodotto fisico reale. Si guadagna esclusivamente sull’ingresso di nuove persone, a cui vengono richiesti importi in denaro spesso significativi. I rendimenti promessi vengono pagati con il denaro dei nuovi arrivati, non con i profitti di un’attività commerciale vera.

Questo schema prende il nome da Carlo Ponzi, un italiano che lo ideò negli Stati Uniti all’inizio del Novecento. Nonostante abbia più di cento anni, continua a mietere vittime perché fa leva su un desiderio profondamente umano: la speranza di guadagni facili e veloci.

La domanda da porsi sempre è: c’è un prodotto reale che viene venduto? Se la risposta è no, o se il prodotto è solo un pretesto per giustificare l’iscrizione, siamo davanti a qualcosa da cui stare alla larga.

Un esempio concreto di sistema piramidale: il “Mandala”

Forse ne hai sentito parlare, magari da un’amica o in un gruppo WhatsApp. Il Mandala, chiamato anche “Ruota dell’Abbondanza” o “Fiore della Prosperità”, è un esempio attuale di sistema piramidale mascherato da cerchio di sorellanza.

La struttura è organizzata come un fiore: al centro c’è chi riceve il denaro, e intorno a lei si dispongono altri livelli di partecipanti. Per entrare si versa una somma in contanti (spesso 500, 2.500 o 5.000 euro) con la promessa di moltiplicarla per otto man mano che si avanza verso il centro.

Ciò che lo rende insidioso è il travestimento: parole come “sorellanza”, “economia del dono”, “cerchio delle madri”, presentazioni emozionanti dove si condividono sogni e lacrime. Ma la matematica non mente: per funzionare, il sistema deve fagocitare continuamente nuove persone. Dopo poche fasi, non basterebbe l’intera popolazione mondiale per tenere in piedi la ruota.

La domanda resta sempre la stessa: se non c’è un prodotto reale, da dove arrivano i soldi? Dalle tasche di chi entra dopo. E quando nessuno entra più, chi è ai bordi perde tutto.

catena san antonio

La Catena di Sant’Antonio

La catena di Sant’Antonio ha origini diverse, quasi “folkloristiche”. Un tempo funzionava con lettere cartacee: si chiedeva di copiare un messaggio e inviarlo a nuovi destinatari, spesso con la promessa di fortuna o la minaccia di sfortuna per chi “spezzava la catena”.

Oggi viaggia su WhatsApp, sui social, e assume le forme più disparate: messaggi che promettono abbondanza se condivisi, appelli a salvare cuccioli inesistenti, allerte improbabili. Il meccanismo psicologico è sempre lo stesso: la paura di perdere qualcosa o il desiderio di ottenere qualcosa senza sforzo.

Qualche esempio concreto di catena di san antonio

Una delle catene più diffuse è quella che annuncia che WhatsApp diventerà a pagamento, ma che inviando il messaggio a venti contatti si potrà continuare a usarlo gratis. Completamente falsa, ovviamente.

Poi ci sono quelle che fanno leva sulla paura: messaggi che chiedono di inoltrare a dieci persone entro un certo tempo, altrimenti succederà qualcosa di brutto. Ragazzi giovanissimi raccontano di aver ricevuto messaggi che minacciano conseguenze terribili se non inoltrano la catena a venti persone.

Altre fanno leva sull’emotività: richieste di aiuto per bambini malati, cuccioli da salvare, notizie sconvolgenti da diffondere. Nella quasi totalità dei casi, le informazioni sono completamente false, inventate o riadattate.

La differenza con il sistema piramidale? Qui non ci sono soldi in gioco (di solito), ma si “paga” con il proprio tempo, la propria credibilità, e a volte con l’ansia di chi riceve questi messaggi — soprattutto se sono bambini o persone vulnerabili.

Perché è così difficile fare chiarezza

Se questi tre sistemi sono così diversi, perché continuiamo a confonderli?

Credo che ci siano diverse ragioni. La prima è l’esperienza personale negativa: magari abbiamo incontrato qualcuno che, nel proporre un’attività di network marketing, lo ha fatto in modo aggressivo, poco trasparente, o semplicemente inadatto a noi. E da quell’esperienza abbiamo generalizzato.

La seconda ragione è la mancanza di informazione. Viviamo in un’epoca in cui le informazioni sono ovunque, ma spesso ci fermiamo al “sentito dire” senza andare a verificare. Il network marketing viene insegnato alla Bocconi, è regolamentato dalla legge italiana, muove miliardi di euro nel mondo. Eppure, per molti rimane qualcosa di “oscuro”.

La terza ragione, forse la più profonda, è che il network marketing ci mette di fronte a qualcosa di scomodo: la possibilità di un cambiamento. E il cambiamento, si sa, fa paura.

Una riflessione da fare con te stesso

Prima di proseguire, ti invito a fermarti un momento. Prendi carta e penna, o apri le note del telefono, e rispondi con sincerità a queste domande:

1. Qual è stata la tua prima reazione quando hai sentito parlare di network marketing per la prima volta?
Non giudicarla, semplicemente osservala. Era curiosità? Diffidenza? Interesse? Fastidio?

2. Questa reazione era basata su un’esperienza diretta o su qualcosa che avevi sentito da altri?
Se era un’esperienza diretta, cosa esattamente ti aveva colpito negativamente o positivamente? Se era indiretta, ti sei mai chiesto se quella fonte fosse affidabile o completa?

3. Quali parole o concetti associ spontaneamente al network marketing?
Scrivile tutte, senza filtro. Poi rileggi l’elenco e chiediti: quante di queste associazioni sono basate su fatti verificati?

Esercizio pratico: distinguere i sistemi

Ora che abbiamo chiarito le differenze teoriche, ecco un esercizio pratico che puoi fare ogni volta che ti viene proposta un’opportunità di business o di guadagno.

Checklist di verifica:

  • C’è un prodotto o servizio reale che viene venduto?
  • Il guadagno deriva dalla vendita di prodotti, non dal semplice reclutamento?
  • L’azienda è registrata e opera secondo la legge italiana (173/2005)?
  • L’azienda è associata a enti riconosciuti come Avedisco o Univendita?
  • Viene richiesto un investimento iniziale ragionevole (uno starter kit, non migliaia di euro)?
  • Esiste un piano compensi chiaro e verificabile?
  • C’è formazione e supporto, non solo promesse di guadagni facili?

Se la maggior parte delle risposte è “sì”, probabilmente ti trovi davanti a un’opportunità legittima. Se molte risposte sono “no” o “non lo so”, vale la pena approfondire prima di prendere qualsiasi decisione.

Cosa ho imparato in questi anni

Dopo oltre dieci anni in questo mondo, posso dirti che il network marketing non è per tutti. Non perché sia elitario o difficile, ma perché richiede una mentalità specifica: la capacità di vedere il lungo termine, la pazienza di costruire relazioni autentiche, la disponibilità a mettersi in discussione e a crescere.

Ho visto persone fiorire in questo contesto, trovare non solo un’entrata economica aggiuntiva, ma anche una comunità, una crescita personale, un senso di realizzazione. E ho visto persone arrendersi dopo poche settimane, deluse dal fatto che non fosse così facile come avevano immaginato.

La differenza non la fa il sistema in sé, ma l’approccio con cui ci entriamo.

Un invito alla consapevolezza

Non ti sto chiedendo di abbracciare il network marketing. Ti sto chiedendo qualcosa di più importante: di informarti prima di giudicare, di distinguere le esperienze personali dalle verità oggettive, di non chiudere porte per paura.

Quello che vale per il network marketing vale per tutto nella vita: i migliori medici e i peggiori, i migliori insegnanti e i peggiori, le migliori aziende e le peggiori esistono in ogni settore. Non smettiamo di curarci perché abbiamo incontrato un medico poco competente. Non smettiamo di imparare perché abbiamo avuto un insegnante che non ci capiva.

La generalizzazione è nemica della crescita.

Esercizio finale: la tua bussola personale

Chiudo con un esercizio che mi sta particolarmente a cuore, perché va oltre il network marketing e tocca la tua vita in generale.

Prendi un foglio e dividi in due colonne:

Colonna A: “Cosa cerco in un’attività lavorativa”
Scrivi tutto ciò che per te è importante: flessibilità? Guadagno? Autonomia? Relazioni umane? Crescita personale? Allineamento con i tuoi valori?

Colonna B: “Cosa mi spaventa o mi frena”
Scrivi le tue paure, i dubbi, le resistenze. Il giudizio degli altri? La paura di fallire? L’idea di “vendere”? La diffidenza verso sistemi che non conosci?

Ora guarda entrambe le colonne. Quello che cerchi è più grande di quello che ti spaventa? Le tue paure sono basate su fatti concreti o su ipotesi?

Questa riflessione non ti darà una risposta definitiva, ma ti aiuterà a capire dove sei oggi e cosa ti serve per fare il prossimo passo, qualunque esso sia.

bussola personale

Conclusione

Il network marketing, il sistema piramidale e la catena di Sant’Antonio sono tre cose diverse. Solo il primo è legale e regolamentato in Italia. Gli altri due sono truffe, più o meno elaborate, che sfruttano la buona fede delle persone.

Ora che lo sai, hai uno strumento in più per navigare le proposte che ti arriveranno nella vita. Non per dire sempre sì, e nemmeno per dire sempre no. Ma per scegliere con consapevolezza.

E la consapevolezza, come mi piace dire, è il primo passo verso qualsiasi cambiamento autentico.

Se questo articolo ti ha fatto riflettere, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensi. Puoi scrivermi o lasciare un commento. E se pensi che possa essere utile a qualcuno che conosci, condividilo. Non come una catena di Sant’Antonio, ma come un gesto di cura verso chi stimi.

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